Con una clima perfetto, con un sole splendente e una brezza fresca dal mare, non potevo rinunciare ad una giornata completamente dedicata alla spiaggia.
Contatto Miguel, che insieme ad altri ragazzi gestisce il chiosco QQ Bikes. In questo chiosco è possibile noleggiare sia bici tradizionali che bici a pedalata assistita e monopattini elettrici. Penso di optare per un monopattino ma, pensando a come potrebbero diventare le mie ginocchia, decido per una normale bicicletta.
Parlo con un po’ di persone nella spiaggia della Malagueta e molte mi consigliano della costa a nord dove poter gustare pesce fresco, zone come La Torrencilla, El Morlaco e Pedregalejo Playa. Attratto da questa idea, non ho dubbi e inizio la pedalata sul lungomare tra altre bici, monopattini (loro possono 🙂 ) e tanti turisti che vanno verso la spiaggia già affollata.
Lungo la strada sono attratto da una struttura sulla spiaggia, un mix tra eleganza e storia. Mi fermo e cerco di capire un po’ di più.
Il Balneario de los Baños del Carmen, inaugurato il 16 luglio 1918 quando fu etichettato come progetto innovativo perché, a differenza di altri bagni come Diana, La Estrella e Apolo, erano proprio sul mare e con esposizioni al sole, seguendo così la moda di altre città come Santander e San Sebastián. Il successo è stato immediato e il progetto è cresciuto con un molo, un ristorante, uno schermo per proiettare film visibili dalla riva del mare e un campo da tennis che ha ospitato il primo torneo di questo sport a Malaga. Anche questo luogo non se la passò bene e ora, dopo decenni di declino, El Balneario ha recuperato il suo antico splendore ed è il punto di riferimento del tempo libero in riva al mare.
Continuo la pedalata e la brezza del mare inizia a mescolarsi con il fumo proveniente dalla braci ardenti sulla spiaggia. Infatti, proprio qui, è tradizionale cucinare il pesce alla brace in piccole barche di legno che portano il nome del rispettivo ristorante. Sono tanti i ristoranti di questo tipo e dopo aver passato la zona più “in” di Pedregalejo, arrivo a quello che è stato un suggerimento dato da un passante. “Vas a comer a Los Hermanos Muñoz por favor!” – “Vai a mangiare da Los Hermano Muñoz per favore!” mi ha detto quasi imperativo.
Mi siedo e chiedo: “Se mangio qui, posso fare un’intervista al signore che cucina il pesce in spiaggia?” e il tizio (che sembra uno degli Hermanos) mi risponde facendo un suono tipo una porta che si chiude. Lo prendo come un sì e ordino: insalata mista, frittura mista di calamari e i famosi chiringuitos. Il servizio è velocissimo e i chiringuitos (piccole sardine cotte sulla legna e servizi con mezzo lime) sono davvero gustosi. A fine pasto chiedo conferma sui motivi di tanto gusto: uso della legna e cottura lenta lenta.
Torno verso sud e di certo smaltirò il pranzo con le pedalate (non ci crede nessuno 🙂 ) perché voglio visitare il Muelle Uno, un’elegante zona portuale ricca di ristoranti, caffetterie e centri commerciali. Da qui partono anche alcuni trenini turistici che fanno il giro della città, ma il gioiello di questa zona, appartiene all’arte, con il Centre Pompidou, dove è possibile intraprendere un viaggio multimediale attraverso la collezione “Utopias Moderna”, un nuovo tour semi-permanente (presentato fino al 2020) che racconta la storia delle grandi utopie del 20° e 21° secolo attraverso grandi opere del Centre Pompidou.
Per questo articolo, grazie a: Debla Cursos de Español e QQBikes