Una notizia inaspettata durante una cena argentina
L’anno scorso ero a Buenos Aires dove ho una “seconda famiglia” fatta di amici per la pelle e gente speciale. Una sera ero a cena nel quartiere di Vicente Lopez, appena fuori il grande raccordo stradale General Paz che divide La Capital dalla zona suburbana.
Tra vino rosso e carne arrosto (il famoso asado) mi trovavo spesso al centro dell’attenzione dato il mio essere “ospite italiano” in un tavolata alla quale erano seduti molti italiani di origine, con genitori o nonni italiani emigrati nel secolo scorso in Argentina.
“Di che parte d’Italia sei?” mi chiedevano e io dissi di Vasto. “Come sta l’Italia adesso?”. E scoprivo che molti di loro avevano origini calabresi, venete e liguri e, quando parlavano di Italia, i loro occhi si facevano lucidi e si lanciavano in difficoltose frasi in lingua italiana, con accento latino, come per sentirsi vicini alle loro radici.
“Cos’hai fatto oggi?”, mi chiese Jorge. “Sono stato al cimitero della Chacharita”. “E cosa vai a fare a un cimitero?”, mi disse, allargando le braccia e spalancando gli occhi. “Lì riposa un mio caro concittadino… Carlo Della Penna”. Dal parlottare continuo si passò quasi al silenzio e il nostro dialogo catturò l’attenzione. “Oh Dios! Sai che tutti noi, persone di una certa età, abbiamo studiato sui libri e sui quaderni prodotti dalla fabbrica di Carlos Della Penna?”.
Io non mi aspettavo tutto questo e restai ad ascoltare Jorge.
“Sì, Carlos. Ce lo ricordiamo molto bene! Un uomo con una grandissima forza di volontà, a capo di un impero partito dal nulla e mis dios quanto lavoro diede anche a molti suoi concittadini emigrati in Argentina. E poi… tutto il bene che ha fatto ai quartieri popolari, con quella bella scuola donata ai poveri che è ancora visitati dagli architetti di tutto il Sudamerica come esempio di funzionalità e avanguardia. Era una persona di gran cuore Don Carlos”.
Merita un grande omaggio da Vasto e dai Vastesi
Jorge mise la sua mano sulla mia spalla e, senza esitare un attimo, disse: “Penso che don Carlos Della Penna meriti un grande omaggio da parte di Vasto e dei Vastesi. Sarete di certo fieri di avere un concittadino che si è fatto volere così bene qui in Argentina, sono certo che lo ricordate con affetto”.
Io dissi un sì non proprio così convinto pensando che potremmo fare di più. Ogni volta che viaggio a Buenos Aires vado a visitare il luogo dove riposa Carlo Della Penna, il cimitero della Chacarita, la sua tomba e il suo busto tra intellettuali argentini e famosi musicisti di tango. È un cimitero immenso, più grande del doppio della città di Vasto. L’ultima volta ho trovato il suo busto di bronzo abbastanza malridotto, sporco e ossidato, con il suo nome “Carlos Della Penna” che si legge appena. Forse è questa una metafora del ricordo e del riconoscimento che abbiamo noi vastesi per il nostro caro concittadino? Spero di no, ma vorrei tanto che sia il ricordo delle sue opere e della sua storia fossero più presenti in noi Vastesi. Ci spero.
Roberto De Ficis